Parlare di silenzio, secondo Antonio Blay, è indicare il “campo più rivoluzionario della vita”. Il silenzio va oltre la semplice assenza di parole. Infatti, l’atto di tacere è uno stato di coscienza che si manifesta in un acquietamento interno, così come la pace profonda che si manifesta dopo aver attraversato gli strati superficiali della coscienza. L’attraversare il movimento e l’agitazione della superficie da luogo a ciò che nelle tradizioni spirituali è stato definito come vuoto creativo.
Aprirsi al silenzio significa andare oltre le forme, cioè oltre il livello personale. Attraverso il silenzio accediamo a un potere creativo insospettato per la nostra mente razionale.
Antonio Blay
Il silenzio è la porta diretta d’ingresso a questo potenziale creativo, intendendo per silenzio il frutto del silenziamento della mente pensante. Nel silenzio prendiamo una maggiore distanza dai condizionamenti personali che di solito invadono il campo della coscienza, e in questo modo ci apriamo a ciò che è al di là della mente pensante.
Nel silenzio non cerchiamo di raggiungere una certa cosa. Il silenzio è una trasformazione permanente, un rinnovamento, una creazione di noi stessi. Nel silenzio scopriamo che siamo espressione di qualcosa che è al di là di noi. Questa consapevolezza di ciò che è oltre è qualcosa che è sempre nuovo e, tuttavia, identico e immutabile.
Antonio Blay-
Secondo l’antica saggezza, il silenzio è un percorso di espansione della coscienza, e al contempo un percorso di sviluppo integrale.
La pratica del silenzio
L’atto del silenzio può essere coltivato attraverso la pratica formale della meditazione. Quando ci sediamo a meditare esercitiamo l’attenzione mentre espandiamo lo stato di presenza: presenza nel corpo, presenza alla vita che si dispiega in quell’istante, presenza in quello che è. Impariamo anche ad osservare i contenuti della coscienza, vale a dire, i contenuti della mente pensante e dello psicocorpo, scoprendo, attraverso l’esperienza diretta, che dietro la mente pensante c’è silenzio e quiete, e siamo oltre il pensiero.
Il silenzio è il riposo del nostro sé personale.
Antonio Blay
Il silenzio può anche essere coltivato giorno per giorno: nell’agire, parlare, correre, cucinare, ascoltare… consapevolmente, cioè realizzando ciò che si sta facendo. Questa consapevolezza viene dal silenzio.
La pratica del silenzio nella vita quotidiana può portare a ciò che la tradizione taoista ha chiamato wu-wei, il paradossale fare senza fare, in cui l’azione non nasce dal livello personale, né è al suo servizio, è un’azione che scaturisce dal potenziale creativo del Silenzio.
L’auto-consapevolezza dei propri processi mentali implica vivere da un maggiore stato di presenza: l’attenzione può focalizzarsi su ciò che accade qui ora, e l’azione quindi è una forma attiva di silenzio.
La nostra vita, l’apertura al silenzio è, di per sé, una creazione costante. Allora le nostre azioni diventano un’espressione di questo processo creativo diretto. Non vivo in attesa di giudizi o obiettivi, vivo scoprendo l’immensa profondità del momento che si riversa in ogni istante in un modo totalmente nuovo, inaspettato e creativo… Smettiamo di comprare e giudicare perché scopriamo che ciò che è essenziale è ciò si sta esprimendo.
Così le azioni più piccole o più elementari della nostra vita, così come le più grandi, hanno esattamente la stessa trascendenza, perché fanno parte della stessa realtà immanente e trascendente.
Antonio Blay
Gli effetti del silenzio
Il silenzio consapevole o transpersonale è una pratica transreligiosa e transculturale. I mistici di tutte le culture e di tutti i tempi hanno testimoniato gli effetti del silenzio, così come le mappe di accesso a questo livello di coscienza.
Attualmente, anche le neuroscienze evidenziano i numerosi effetti benefici del silenzio, effetti come la rigenerazione neuronale.
Alcuni dei principali effetti del silenzio sono:
– Rigenerazione neuronale, riorganizzazione dei processi cerebrali e sviluppo di alcune aree del cervello, come l’ippocampo.
– Chiarezza e progressivo approfondimento della mente.
– Sviluppo di potenziali come l’espansione della percezione.
– Esperienza dell’unità sottostante nella molteplicità delle forme.
– Stati di tranquillità e pace profonda.
– Realizzazione dell’identità profonda.
Vivi il silenzio
Quando entriamo in stati di coscienza più ampi e profondi, tendono ad emergere “pendenze irrisolte” che, come mozziconi di sigaretta nascosti sotto il tappeto, abbiamo coperto perché non eravamo in grado di gestire. In questo senso è importante sottolineare come, parallelamente alla pratica del silenzio, lavoriamo per una sana maturazione del nostro ego.
Questo significa che per accedere e sperimentare lo stato di silenzio è necessario aver prima risolto tutti i propri problemi? In realtà lo sviluppo è un percorso integrale in cui nessuna delle aree della persona dovrebbe essere trascurata. Nello stesso modo in cui l’uccello, per volare, deve crescere e rafforzare le sue ali, l’essere umano deve rafforzare la sua personalità ed espandere la sua auto-consapevolezza per accedere pienamente all’esperienza transpersonale del Silenzio.
La pace non la possiamo trovare, essa arriva quando smettiamo di lottare, quando liquidiamo ciò che abbiamo in sospeso nella nostra mente: paure, problemi, difficoltà… La pace è sempre lì, l’unica cosa che ci impedisce di viverla sono proprio quegli aspetti irrisolti e respinti che abbiamo dentro.
Antonio Blay
Si può dire che l’esperienza umana comune si svolge principalmente in uno stato di coscienza limitato e opaco. Passiamo la maggior parte del tempo in questo stato di coscienza, identificati con il livello personale, soffrendo per le perdite e godendo per i piaceri. Nonostante ciò, nel cuore dell’essere umano giace l’intuizione che è possibile vivere in stati di maggiore lucidità, silenzio e quiete.
Forse intuiamo che ciò che chiamiamo Mistero, Universo, Dio, è uno stato di coscienza che un giorno non solo accarezzeremo, ma in cui ci stabiliremo, contemplando come la vita accade e si manifesta nelle sue infinite forme. E questo, anche se è solo una scintilla intuitiva, può accendere la nostra fiamma, la fiamma che ci fa camminare anche nei tratti più bui della strada. Questa brama e intimità con il Mistero della vita è il carburante per noi per bussare mille volte alla porta del Silenzio, sperando che un giorno si apra e non si chiuda più.
Mi siedo nel vasto silenzio
informe, vuoto
fino alla resa
muoiono le illusioni,
i desideri,
le ambizioni
e questo momento è
nudo, semplice, perenne
Cosa cercare? Dove cercare?
Tutto ciò che sono lo trovo in me
quando c’è il silenzio