Ciò che comunemente chiamiamo meditazione, ha a che fare con il risveglio della piena attenzione e con un’osservazione neutrale che ci permette di sperimentare pienamente il momento presente. È una pratica contemplativa che ci consente di portare maggiore presenza, lucidità e serenità nella nostra vita, permettendoci di intraprendere un percorso di progressiva autoscoperta.
È per questo che si pratica creando un silenzio interiore, dal quale si può dispiegare una consapevole testimonianza del flusso di sensazioni, sentimenti e pensieri che circolano dentro di noi.
Quello che di fatto facciamo nel silenzio è “osservare e osservare”: osserviamo sensazioni, emozioni e pensieri che attraversano il flusso della nostra coscienza. È un’osservazione “dal punto più alto della nostra percezione”, che implica neutralità, cioè nessun tentativo deliberato di preferire, confrontare, rifiutare qualsiasi contenuto interno… solo testimonianza.
Possiamo focalizzare la nostra attenzione sul processo respiratorio, cioè, sperimentare consapevolmente l’inspirazione e l’espirazione, “sentendo” le sensazioni del respiro nell’addome e nel torace, nelle narici, pur mantenendoci completamente presenti e neutrali durante tutto il processo.
Si può anche esercitare un’osservazione aperta e “panoramica” centrata sulla “corrente mentale”, in modo che ogni pensiero che appare sia testimoniato con totale attenzione, un modo per dissolvere le associazioni automatiche di idee che intrappolano il meditatore nel mondo della mente pensante. Vale a dire, nel ricordo e anticipazione, nelle idee concatenate “in automatico” che allontanano dal vero obiettivo che sta alla base di questa eccellente ginnastica. Obiettivo che consiste nel mantenere la presenza nel “momento” rendendosi conto che “abbiamo pensieri ma non siamo i nostri pensieri”.
Questo assunto è solitamente rappresentato dalla metafora dell’osservatore seduto davanti a un fiume (il fiume della mente) che osserva ogni tronco galleggiante che passa. Allo stesso modo in cui passano i tronchi, anche i pensieri svaniscono, confermando la natura impermanente del pensiero.
Esistono molte tecniche di meditazione e tutte hanno un punto in comune: l’intima esperienza di espansione della coscienza e di totalità a cui conducono.
Meditazione Transpersonale
I percorsi per raggiungere questa esperienza, cioè, per sperimentare questo stato di coscienza che trascende la mente pensante, sono vari e, a seconda delle culture, l’enfasi viene posta su alcuni aspetti o su altri.
La meditazione transpersonale è molto semplice e, sebbene integri alcuni aspetti chiave della pratica Zen, sviluppa fondamentalmente l’attenzione su tre punti: la postura, la respirazione (libera, consapevole), l’atteggiamento (di osservazione gentile e equanime).
La postura fisica è legata all’atteggiamento psicologico e attenzionale che adottiamo: manteniamo una postura stabile, con le ginocchia ben poggiate a terra se siamo seduti su un cuscino, la schiena ben dritta, spalle rilassate e lontane dalle orecchie, muscoli addominali rilassati per consentire una dilatazione uniforme durante l’inspirazione, occhi semiaperti o chiusi, e un leggero e sottile sorriso sulle labbra, come simbolo di accettazione e benevolenza per tutto ciò che accade durante la pratica.
Per avere informazioni su come accedere alla sala di meditazione online: info@scuolatranspersonale.com
“Il frutto decisivo di tutti quegli esercizi che chiamiamo meditazione o contemplazione è ciò che diventiamo praticandole”
Yves Raguin